Foody 4.0

Autore: Luca Matordes   | 27 March 2023

Foody 4.0

La Supply Chain nel settore alimentare è da sempre oggetto di particolare attenzione e gli spunti per migliorarne l’efficienza sono molti, soprattutto grazie all’applicazione delle nuove tecnologie.

Foody 4.0

Per Supply Chain si intende l'intera gamma di attività coinvolte nella produzione e distribuzione di un prodotto finito, dall'acquisto di materie prime e componenti, attraverso la produzione e la distribuzione, fino alla consegna del prodotto al cliente.

Sono numerosi i progetti e le start up che gravitano attorno al tema della produzione alimentare. La produzione mondiale di cibo nel 2021 è stata di circa 3,175 miliardi di tonnellate (http://www.fao.org/faostat/en/#data , interessante database di dati del FAO, scaricabile in vari formati, da cui ho estratto il dato) e si stima un fabbisogno del 50% in più entro il 2050 (http://www.fao.org/3/a-i6583e.pdf , pag 136). L’obiettivo sarebbe quindi quello di produrre più cibo … oppure di sprecarne di meno: sempre il FAO stima che circa un terzo della produzione mondiale di cibo venga sprecata, lungo tutta la catena. Cosa serve per rendere la produzione alimentare più efficiente? serve davvero più spazio per produrre di più? E le risorse come acqua, elettricità e materie prime, saranno sufficienti?

Le start up che hanno investito in questo settore e le grandi aziende che a loro volta hanno finanziato progetti in quest’ambito, hanno intravvisto enormi margini di miglioramento, grazie alla digitalizzazione e alle nuove tecnologie.

Foody 4.0 Un’attività come l’irrigazione, per esempio, è stata oggetto di notevoli miglioramenti negli anni, in quanto attraverso l’utilizzo di sensori, computer ed altri strumenti, è possibile dosare con esattezza la quantità di acqua necessaria per singola area coltivata, differenziando zone più aride da quelle meno bisognose. Allo stesso modo può essere identificato per tempo l’insorgere di malattie in determinate aree, il che consente un pronto intervento focalizzato, magari evitando che la criticità interessi altre aree compromettendo il raccolto.

Ci sono molte start up operanti nel settore, come per esempio Blue River Technology (https://bluerivertechnology.com), che ormai start up non è più, ma che ha iniziato nel 2012 con l’obiettivo di ottimizzare l’irrigazione dei campi agricoli, sviluppando una tecnologia che consente l’irrigazione solo delle radici delle piante, minimizzando lo spreco. Adesso Blue River si occupa di guida autonoma, sotto la guida di John Deree, multinazionale nel settore dei macchinari per il settore agricolo, ottenendo riconoscimenti importanti come il premio Best Innovation al CES di Las Vegas appena conclusosi.

Un altro esempio è Taranis (https://taranis.ag/pt-br/) start up di origini israeliane, che si occupa della mappatura dei campi coltivati tramite Intelligenza Artificiale. Utilizza droni ed immagini satellitari per prevenire e curare per tempo eventuali malattie delle piante, evitando che queste si estendano provocando sprechi.

L’obiettivo comune è evidente: ridurre i consumi, aumentare l’efficienza contestualmente incrementare la produttività, utilizzando quanto già a disposizione.

Foody 4.0 Sprechi e inefficienze si realizzano in tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto. Immaginiamo per un attimo di trovarci nel bel mezzo del mercato ittico europeo, dove i pescatori vendono il pesce fresco a chi successivamente lo distribuirà. Si tratta di un mercato, quello europeo, che da solo cuba circa 140 milioni di euro. A dispetto di questo numero, le trattative vengono gestite, o sarebbe meglio forse dire “non gestite”, per passaparola, su carta, al massimo tramite WhatsApp. In questo mercato convergono 13 paesi europei, con 35.000 specie diverse di pesce, e tutto il pesce pescato nella notte viene venduto nell’arco di 6 ore da quando le contrattazioni hanno inizio. In un lasso di tempo così ristretto, la ressa, il sovrapporsi delle richieste, la preoccupazione di non spuntare un prezzo congruo, è facile che induca ad errori, sviste, quindi sprechi. Con l’obiettivo di mettere un po’ di ordine in tutto questo nasce il progetto di Rooser, giovane start up con sede a Edimburgo. Rooser ha creato un mercato digitale (https://rooser.eu), dove chi vende può rendere disponibile la merce in tempo reale e chi compra può avere accesso ad un maggior numero di informazioni a supporto della sua scelta. Questo si traduce in un mercato più equo e sicuramente meno soggetto ad errori. La start up si è assicurata un finanziamento di 17,5 milioni di euro in aprile ’22 ed è pronta ad espandersi al mercato mondiale, fornendo strumenti dal potenziale ancora del tutto da esplorare.

La digitalizzazione e l’utilizzo di nuove tecnologie stanno portando a notevoli miglioramenti nella Supply Chain del settore alimentare, in termini di efficienza produttiva, trasparenza e tracciabilità.

Start-up come Blue River Technology e Taranis stanno investendo in soluzioni che utilizzano l'intelligenza artificiale e i droni per migliorare la produzione, mentre Rooser sfrutta l’accessibilità del web per fornire supporto al mercato.

La tecnologia e l’innovazione a supporto di un obiettivo ambizioso: quello di ridurre i consumi e aumentare la produttività, utilizzando le risorse a disposizione in modo più efficiente.