PMBOK e Gaudì

Autore: Angelo Leva | 21 September 2021

Se guardo il PMBOK e le sue numerose regole mi chiedo a volte dove sia la bellezza del mestiere del project manager. Decine e decine di regole, libri su libri, teorie su teorie, decine di tool che mi danno lavoro invece di essere il contrario. 

Miers Van der Rohe nella esposizione universale del 1920 a NewYork presenta un progetto di casa a un piano e tutta vetri. Less is more, è il suo motto. Lui non ha rinunciato alle regole della fisica ma ha sfrondato, ha tolto il superfluo come aveva fatto Michelangelo che considerava la sua Pietà già presente nel cubo di marmo prima di scolpirlo. Quindi la leggerezza intesa come una semplificazione senza riduzione del problema e con la creazione di una bellezza non soggettiva. C’è quindi, chiedo a me stesso,  un modo leggero, semplificativo e non riduttivo di lavorare del project manager che non lo obblighi a lavorare 24 ore al giorno per seguire tutte quelle regole? 

Giò Ponti ha progettato e realizzato alla fine degli anni 50 del secolo scorso il grattacielo Pirelli a Milano, sede della giunta regionale lombarda. Per vedere la grandezza di questo progetto bisogna osservare di taglio laterale il grattacielo, stando ad esempio fuori dalla stazione Centrale di Milano a circa 300 m. Il grattacielo appare sottilissimo come un foglio di carta, un bell’effetto ottico che fa chiedere all’osservatore come facciano a starci gli uffici in un foglio di carta. Una bellezza percepita se confrontata con la consapevolezza che quello è un palazzo vero. Dunque l’uso sapiente della tecnologia per nascondere un apparato strutturale necessario e presente dietro ad una idea di linea, di occupazione non invasiva, quasi un rispetto dello spazio degli altri. C’è quindi un modo per rendere fruibile un set di informazioni riguardanti un progetto in maniera chiara, puntuale, organizzata, anche bella e che non rinunci al metodo? 

Santiago Calatrava ha progettato il quarto ponte sul Canal Grande a Venezia, tutto ferro e vetro, non un semicerchio autosostenuto ma una linea quasi piatta che sembra sfidare le leggi della fisica. La soluzione strutturale è nascosta ed è un intreccio si centinaia di travi leggere e corte. L’effetto è una linea elegante che non reca disturbo ad un paesaggio famoso in tutto il mondo. Quindi una realizzazione in armonia con l’ambiente e che dà un tocco di modernità ovvero di apertura ai gusti in evoluzione, nessuno potrà dire di una distonia disarmonica, nessuno potrà mettere fuori questo manufatto dalle mode. E nei progetti creati e gestiti dal project manager si può dire la stessa cosa? Ovvero si può parlare di armonia gestionale che renda quasi invisibile il peso della gestione di progetto nel contesto aziendale? 

PMBOK e Gaudì
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Infine il più difficile, Antoni Gaudì con la Sagrada Familia, una chiesa enorme dove stando al centro e guardando in alto si vede una luce che illumina piloni a forma di steli di fiori, fiori di tutti i tipi, natura varia. Il suo messaggio è che la luce illumina la natura e la natura parla della luce, ma per vedere la luce si deve guardare in alto. Un messaggio spirituale, certo, ma è geniale che un lavoro parli e riporti ad altro o  ad un Altro più importante della natura e della realtà stessa. E quindi cosa c’è di più importante del progetto stesso nella sua gestione? Una gestione di progetto a cosa riporta di altro da sè stessa? Forse è la persona stessa, il membro del team, lo stakeholder che prima di essere in quei ruoli è una persona, la cui evoluzione nel tempo è il motivo per cui alla fine il PMBOK ha bisogno di essere continuamente adattato.