Storie di sport e di atleti viste dalla prospettiva di un Project Manager.
Autore: Giovanni Lastoria | 29 August 2022
Nel periodo estivo solitamente le nostre menti hanno bisogno di ricaricarsi e dedicarsi ad argomenti più leggeri, così per questo nuovo appuntamento proveremo a tenere un livello di dettaglio più alto del solito, senza per questo sminuire l’importanza del tema con cui ci confronteremo.
Questa volta non tratteremo di uno sport in particolare, ma affronteremo più discipline contemporaneamente. Di conseguenza non andremo a conoscere un solo personaggio, ma ne incontreremo diversi, tutti con un distinto modo di essere, di pensare e curiosi aneddoti della loro carriera.
Si perché, il parallelismo di oggi tra sport e project management lo faremo attraverso un libro, al quale andremo ad associare il tema del leader.
Questo è un tema ampiamente trattato in molti corsi di Project Management, sviluppo di carriera e di leadership, appunto. Non è però mia intenzione entrare nel classico dilemma di “che cos’è un leader”, primo perché non voglio annoiarvi con aspetti di cui si trova già un’ampia documentazione in giro, secondo perché non credo di avere le competenze adeguate per poter aggiungere qualcosa di diverso a quanto appunto è possibile reperire da fonti più autorevoli. Infatti, vi basta semplicemente provare a googlare un po’ (non prendetevela con me : googlare in "Lessico del XXI Secolo" (treccani.it) ) sul web e tra i primi risultati che vi verranno proposti trovate quantomeno: le 15 caratteristiche di una leadership efficace, le 8 qualità fondamentali in un leader, ecco le 6 migliori competenze di leadership, 14 caratteristiche di un vero leader e via di seguito.
Non so quale sia il numero esatto di competenze che un leader debba possedere, certamente diverse da quelle riportate nelle “best list” disponibili sul web, ma per quanto mi riguarda ho sempre identificato un leader come una persona in grado di ispirare una nuova passione, capace poi di trasferirla attraverso gli strumenti adatti, così da consentire al nuovo adepto di farla propria e iniziare un suo percorso personale.
Per farvi capire meglio cosa intendo, mi aiuterò anche questa volta con un video di un TED-TALK in cui vengono messi a confronto alcuni tra i più famosi direttori d’orchestra : (875) Itay Talgam: "Lead like the great conductors" - YouTube ). Lo trovo illuminante per capire come un risultato può essere raggiunto applicando differenti stili di leadership, ma se si aggiunge anche la passione, si arriva a qualcosa di unico.
Ad un PM però è richiesto di avere una leadership efficace e quando io sento questa parola, mi viene automatica l’associazione con un’eccezionale prestazione in una disciplina sportiva. Quindi, se vi piacciono le storie di sport, vi appassionano sia i personaggi più noti che meno conosciuti. Se vi incuriosiscono le storie di gente strana, sporca e che pratica discipline dove non si cade perché l’avversario ti ha appena toccato. Se di uno sportivo vi capita di pensare: “Beh! Facile per lui che è un campione!” oppure “E’ arrivato secondo, non deve essersi impegnato abbastanza!”. Se oltre al caldo di questa strana estate, sentite l’esigenza di abbassare anche il vostro ego per riportarlo al suo giusto livello, allora il libro “STORIE, Dean, Kobe e altri”, potrebbe incuriosirvi il giusto.
I protagonisti del libro sono o sono stati tutti dei leader nella loro disciplina. L’autore è quel Fabio Palma che abbiamo già conosciuto in “Rischi verticali” e nel suo ultimo libro descrive ognuno dei personaggi attraverso dei brevi racconti, in cui mette in evidenza aspetti caratteriali o aneddoti davvero particolari del loro modo di essere leader in campo.
Anche la sequenza con cui sono presentati non è casuale, ma studiata a dovere e anche se non è espressamente dichiarata, vi accorgerete che i personaggi iniziali sono più vicini ad un leader più istintivo, quello che non segue le procedure, semplicemente perché vede cose che i più non riescono nemmeno ad immaginare. Man mano che si procede nei racconti, la leadership dei nostri protagonisti diventa sempre più strutturata e magari supportata da approcci innovativi. Gli ultimi sono i protagonisti che potremmo associare ai leader più metodici, quelli che il SAL non può essere improvvisato, ma va adeguatamente preparato in tutti i suoi aspetti. L’autore li ha distribuiti secondo un’iperbole ai cui estremi troviamo da un lato atleti più eclettici ed imprevedibili e dall’altro quelli più inclini alla programmazione e al feedback. Tutti hanno però la caratteristica di essere stati comunque unici nella loro disciplina.
Ogni storia può richiamare una o più caratteristiche di un leader, nel bene o nel male a seconda di come ognuno di noi percepisce il mondo, ma il taglio di ogni singola storia è tale che anche il personaggio più lontano dal vostro modo di essere, si presenterà alla vostra porta del sentire con molto tatto e saprà sorprendervi o per la disciplina in sé o per l’azzardo estremo o per ciò che ha vissuto.
Come accade per i leader e i progetti, non sono sempre storie di successo, anzi molti dei protagonisti ci hanno lasciato prematuramente, alcuni li si rimpiange ancora, mentre altri hanno “solo” tracciato una nuova via o un nuovo modo di vedere le cose. Vi troverete quindi ad essere Dean Potter, certamente un leader ispirato, tentando di domare il vento con una tuta alare, nello Yosemite, oppure Ueli Steck il puro istinto orientato all’obiettivo, il PM pluripremiato che tutti vorrebbero, ma che sceglie sempre da solo il progetto da seguire. David Lama e Adam Ondra potrebbero essere due leader innovatori, quelli che gestiscono i progetti come non ti aspetti e che arrivano comunque al risultato. Tra gli sportivi leader più conosciuti mi sentirei di citare Edwin Moses. Vuoi chiudere un progetto on-time? Affidalo a lui e sai che in 13 step sarà completo. Artur Asche, l’ispiratore, provate per un attimo ad essere un uomo di colore che nasce in Virginia negli anni ’50 e diventare un campione indiscusso di tennis. Rimanete ancora per qualche minuto un “nero” di New York e trasformate un torto in un’opportunità diventando il primo realizzatore NBA di sempre chiamandovi Kareem Abdul Jabbar. Fermatevi ancora sul campo da basket, ora siete a Los Angeles e il palazzetto è vuoto, sentite solo il suono cadenzato del rimbalzo della palla e l’attrito delle vostre scarpe sul parquet, quando eseguite lo stop e tiro che state provando e riprovando e li, a poco più di sette metri di distanza, vi arriva a tempi ben scanditi il “ciuff” della sfera che entra nella rete senza toccare il ferro, siete Kobe Bryant e come leader siete la passione pura.
Un libro di storie non può che chiudersi con una morale che ovviamente non vi anticipo, ma sarà proprio la chiusura che vi aprirà ulteriori porte da usare come spunti per i vostri progetti, per motivare i vostri team o solo per aggiungere qualche nuovo tool alla vostra personale cassetta degli attrezzi. Almeno per me è stato così. Buona lettura.
edizioni del gran sasso storie dean kobe e altri di fabio palma (montagneincitta.it)