Project management e controllo di gestione

Autore: Angelo Leva  | 29 October 2021

Non si parla quasi mai del mondo in cui il project manager è immerso, un mondo non direttamente collegato al progetto, e soprattutto si sa poco di quegli stakeholder che sembrano in taluni casi essere marginali. Oggi vogliamo parlare di controllo di gestione nel rapporto col project manager; abbiamo quindi intervistato Sonia, una controller.

Che formazione di base hai, come mai nel tuo percorso sei approdata nel Controllo di Gestione?
Ho una laurea in economia e commercio, indirizzo gestione aziendale, dopo un periodo prettamente amministrativo/contabile gli argomenti controllo di gestione apparivano più interessanti rispetto agli altri argomenti perchè direttamente legati alla gestione aziendale e ai prodotti.

Occorre una laurea in economia per fare il controller?

No, le aziende si sono sempre arrangiate: ogni volta che si è presentata una necessità hanno sempre trovato tra i dipendenti persone brillanti coi numeri e motivate ad entrare nel mondo del controllo di gestione: ragionieri, ingegneri, tecnici vari.

Per come è interpretato nella tua azienda, cosa è il Controllo di Gestione?
Come spesso accade nelle aziende di medie dimensioni il CdG è un ufficio “misterioso”, che entra quasi sempre in tutto ma che alla fine… non si sa mai cosa fa di preciso… questo almeno è il sentiment

In dettaglio: si fa un’accurata analisi dei costi in maniera continuativa e ricorrente, poi li si inserisce a sistema ordinati, a grandi linee, tra quelli generali che cadono su tutti i progetti e quelli direttamente imputabili ai singoli progetti. Poi c’è tutto il mondo del controllo dei singoli progetti che oltre una certa dimensione sono direttamentye gestiti da project manager dedicati che periodicamente incontriamo per fare il punto. Oltre a questo c’è l’altro mondo, enorme, delle controllate estere che periodicamente visitiamo per stabilire una razionalizzazione nella gestione.

Il controller è la bestia nera dei project manager: questo è vero anche nella tua azienda? E quale è il tuo rapporto coi project manager?
Sì, è vero anche nella mia azienda che è una multinazionale con varie sedi anche produttive in una decina di Paesi. Il project manager è responsabile teoricamente del P&L (profit and loss) del progetto. Nel pratico siamo responsabili anche noi controller perchè possiamo indirizzare una corretta gestione delle spese e dei ricavi nel singolo progetto.

In realtà non è sempre stato così; ad esempio nell’implementazione del nostro nuovo gestionale… non si può diventare maniacali, qualcosa si deve pur concedere, non siamo dei “ragionieri” nell’anima, nel senso che non deve per forza tutto sempre quadrare.

Figure with megaphone watching costs go up on a computer

Quali sono gli obiettivi di un Controller? E in che modo un Controller può contribuire a migliorare la performance aziendale?
Controller è una definizione ormai troppo generica, nel tempo anche questo ruolo si è iper specializzato, ci sono plant controller, business controller, etc. Ogni specifico campo in cui opera il controller ha indicatori utili da analizzare per migliorare le performance aziendali, la cosa però essenziale è che il coinvolgimento della direzione sia pieno in tal senso altrimenti il ruolo si svilisce e passa ad essere più amministrativo che di ricerca di migliorie. E’ anche vero il contrario e cioè: tanto più il controllo di gestione è coinvolto negli obiettivi di Direzione Aziendale, tanto più si lavora nella direzione del miglioramento delle performance a livello generale. Il controller ha come obiettivo la massimizzazione del rapporto P&L, con tutto quello che può significare per intraprendere le giuste azioni.

Ci può essere innovazione nel tuo ruolo? E ci possono essere imprevisti? Puoi raccontarci una storia di imprevisti e di come è stata gestita?
Innovazione arriverà essenzialmente dall’implementazione di nuove tipologie di software sempre più evoluti, dovremo essere in grado di gestirne le potenzialità e sfruttarle.

I sistemi software o automatici di controllo aiuteranno sempre il controller nella sua azione di controllo. Ho in mente ad esempio l’elaborazione dinamica di criteri di check fatta con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Ad esempio l’analisi di performance di una funzione della catena di produzione del valore potrebbe indicare una sofferenza, alzare una flag rossa e magari offrire al project manager alcuni suggerimenti. Quali suggerimenti? Ad esempio la liberazione di risorse utilizzabili o suggerimenti di altri preventivamente informati dal tool software.

Questo però non esaurisce la potenzialità umana nell’innovazione che, in più dell’intelligenza artificiale, potrà indicare vie nuove sfuggite all’elaborazione dinamica dei criteri decisionali.

La creatività si gioca nell’accadimento degli imprevisti perchè il controller lavora in un mondo di regole ricevute ma nessuno vieta che lui possa proporre nuovi percorsi. Un grande cliente che acquistava molti prodotti diversi da noi, comprava un ultimo prodotto da un nostro concorrente invece che da noi. In effetti il prezzo del concorrente era molto più basso del nostro e fornire noi quel prodotto ci avrebbe mandato in perdita sul singolo prodotto. L’idea, non nuova peraltro, è stata di considerare il portafoglio ordini nel globale e di accettare su quel prodotto di vendere in perdita. La strategia avrebbe consentito di diventare partner globale negli anni successivi anche se questo ha comportato un raddoppio di attenzione sulla gestione del prodotto venduto in perdita.